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RINNOVO CCNL FARMACIE PRIVATE
PREMESSA
Dagli anni 80' i farmacisti non titolari hanno sentito l' esigenza di avere un proprio sindacato di categoria ma i pochi tentativi fatti nel tempo per fondarne uno non hanno dato esito positivo.
La necessità viene riproposta nel novembre del 2010 a Catania nell’assemblea annuale del Coordinamento Nazionale delle Associazioni dei Farmacisti Non Titolari
e dopo due anni di lavoro nel 2012 nasce Sinasfa, il primo sindacato di categoria dei farmacisti non titolari, che diventa operativo nel 2013.
Sinasfa nasce quindi dal malcontento della nostra categoria che ritiene che mai si sia riuscito ad ottenere un contratto che rispecchiasse realmente la professionalità, i compiti, il ruolo e le responsabilità del Farmacista collaboratore.
Il CCNL dei farmacisti di farmacia privata, è senza tema di smentita il peggior contratto che esiste a livello nazionale per non parlare del confronto a livello europeo per la figura del farmacista.
Il compito di un sindacato è essere il portavoce delle esigenze della categoria e quindi ascoltarla e farsi carico delle proposte per portarle all'attenzione della controparte.
Di norma, sentita la base ossia i lavoratori su cui ricade il contratto da rinnovare, si stila una "proposta di rinnovo", la si sottopone alla categoria, eventualmente la si varia o la si integra e poi si cerca di ottenere al tavolo delle trattative che quei punti vengano inseriti nel nuovo contratto.
SINASFA come sindacato di categoria dei farmacisti non titolari ha raccolto le richieste e le proposte per il rinnovo del CCNL delle farmacie private pervenute in questi anni dai colleghi.
Chiariamo che queste sono le minime modifiche urgenti che devono essere fatte per rendere dignitoso il nostro contratto. Sinasfa auspica abbia risonanza all'interno del sindacato Federfarma
1) AUMENTO RETRIBUTIVO.
a) I farmacisti non titolari ritengono che la paga oraria debba essere portata almeno a 10,00 € l'ora netti.
2) CONTRATTO SOLO PER FARMACISTI
b) Scorporare la figura del farmacista dall'attuale contratto delle farmacie private e collocarlo nel Comparto della Sanità.
3) EQUIPARARE LA RETRIBUZIONE DEI COLLEGHI DELLE FARMACIE RURALI SUSSIDIATE A QUELLI DELLE FARMACIE URBANE
c) Il farmacista che lavora in una farmacia urbana, rurale o rurale sussidiata svolge esattamente lo stesso lavoro e resta in farmacia lo stesso tempo degli altri colleghi. Perché penalizzare di quasi uno stipendio all'anno questi colleghi che già rispetto agli altri hanno molte più spese e disagi? Forse che questi colleghi, percependo uno stipendio minore, pagano una quota minore ad Ordine Fofi ed Enpaf?
4) MODIFICARE L'ARTICOLO (MALATTIA) n° 47 DEL CCNL FARMACIE PRIVATE.
d) Il nostro CCNL prevede la possibilità di essere licenziati dopo sei mesi di assenza dal lavoro se si ha la sfortuna di ammalarti gravemente. Cambiare questo articolo significa sì tutelare il farmacista collaboratore ma principalmente la dignità di ogni singolo individuo.
5) AGGIORNAMENTO NELL'ORARIO DI LAVORO.
e) I colleghi chiedono che tutti i corsi di aggiornamento di qualsiasi tipo vengano fatti nell'orario di lavoro.
6) FON.TE. AL 2% PER LA QUOTA DEL TITOLARE
f) Sinasfa chiede che la quota da versare da parte del titolare passi dall'1,05% al 2%
7) TURNI E FERIE DEVONO ESSERE COMUNICATI AL LAVORATORE NEI TEMPI OPPORTUNI.
g) I colleghi chiedono di conoscere con almeno 30 giorni di anticipo i turni mensili e di avere un preavviso con tempi adeguati per l'organizzazione delle ferie.
8) CREARE UNA COMMISSIONE SUPER PARTES
h) A cosa serve rinnovare un contratto se poi molti titolari non rispettano le regole?
1A
I farmacisti non titolari al banco producono profitti per un volume di affari che nel 2018 è stato di 24,4 miliardi di euro l'anno ( fonte il Sole 24 Ore 20/02/2019), dispensano consigli erogano farmaci ed offrono servizi!
Non è ammissibile che si dica che non ci sono risorse o che bisogna attendere la nuova remunerazione o il rinnovo della convenzione o che vadano a regime i "servizi" per poter poi stabilire quanto sia possibile offrire come aumento.
Siamo tra i professionisti meno pagati in Italia e in Europa, cosa che fa sicuramente piacere a chi ci eroga lo stipendio, ma è un offesa per la nostra dignità e per la nostra professione.
Se non si ha la possibilità di riconoscere il giusto aumento salariale si abbia la coerenza di ridurre l'orario di lavoro, mantenendo lo stesso stipendio fino al rinnovo del nuovo CCNL.
I collaboratori ne guadagnerebbero in tempo libero, un altro "bene" che con la deriva degli orari è diventato estremamente raro e prezioso.
A dicembre 2019 saranno 98 gli stipendi ricevuti dopo la scadenza del contratto cosa che avrà ricadute pesanti anche sul nostro TFR e sulla nostra pensione.
I titolari sul mancato rinnovo del nostro CCNL in questi sette anni hanno risparmiato migliaia e migliaia di euro, a noi ad oggi sono costati sette anni di sacrifici.
Il rinnovo 2013/2016 è stato completamente saltato e adesso è prossimo visti i tempi degli "attori" al tavolo a saltare anche il rinnovo 2017/2020.
2B
Scorporare la figura del farmacista dall'attuale CCNL delle farmacie private potrebbe aprire nuovi e interessanti scenari sia da un punto di vista normativo che economico.
Senza nulla togliere alle altre figure che lavorano in farmacia, noi siamo gli unici laureati, abbiamo responsabilità completamente diverse, abbiamo "investito" cinque anni della nostra vita per raggiungere un obiettivo ed una qualifica, paghiamo Ordine Enpaf Fofi aggiornamenti e quant'altro, ed è giusto e sacrosanto che la nostra professionalità venga riconosciuta e collocata nel comparto più logico che è quello della Sanità!
3C
Riceviamo sempre più segnalazioni dai colleghi che lavorano come dipendenti in farmacie rurali sussidiate e faticano ad arrivare alla fine del mese. Ci rendiamo conto delle difficoltà che le piccole farmacie vivono quotidianamente per garantire la capillarità del servizio farmaceutico, ma non possiamo non sottolineare che il servizio al cittadino va sostenuto con aiuti da parte delle istituzioni e delle rappresentanze, come già in parte avviene pur con differenze tra regione e regione, e non sulla pelle dei dipendenti. Se andiamo a guardare i minimi salariali previsti dall'attuale contratto tra la paga base mensile di un dipendente di urbana o rurale e quella di uno di rurale sussidiata c'è una differenza di 63,16 euro per il primo livello Super e di 53,97 per gli altri livelli. Solo da questo dato, si evince che la perdita per i colleghi che lavorano in una rurale sussidiata arrivano a circa 900 euro l'anno, ma se consideriamo che sulla paga base mensile vengono poi calcolati straordinari e quant'altro, la differenza in un anno può arrivare ad un intera mensilità. Un gap per altro, che pesa per tutta la vita, visto che avrà ripercussioni anche sul calcolo della futura pensione. Così, se già lo stipendio del dipendente di farmacia, anche rispetto alle altre categorie di lavoratori, è basso, la situazione dei colleghi di farmacie sussidiate è decisamente preoccupante. E lo è, ancora di più, in considerazione del fatto che chi lavora in zone disagiate è già gravato da costi indiretti maggiori, tra spese per il trasporto privato e tempo impiegato per raggiungere il posto di lavoro che quasi sempre è lontano dalla propria abitazione, senza contare che questi colleghi a causa delle distanze da percorrere spesso non riescono nemmeno a tornare a casa nella pausa di chiusura con tutto quello che comporta in termini di costi aggiuntivi e qualità della vita».
Per questo, «avanziamo la richiesta che nel prossimo rinnovo di contratto venga eliminata questa differenza, che consideriamo discriminatoria e divisiva
nonché preoccupante nel sancire un legame tra paga base e fatturato».
4D
Sinasfa ritiene che debba essere modificato l’articolo 47 del CCNL che prevede in caso di malattia la conservazione del posto di lavoro solo per 180 giorni. Per fare un esempio, se mi ammalo di cancro, devo subire un intervento e fare dei cicli di chemio, ho solo 180 giorni per “guarire” e tornare al lavoro perché a differenza di molti altri contratti, il nostro CCNL non prevede nemmeno la sospensione di questo conteggio in caso di ospedalizzazione o di cicli di chemioterapia. Sinasfa chiede che venga sostituito integralmente e possibilmente migliorato con quanto previsto dal contratto Assofarm, tanto per restare nell’ambito delle farmacie, che prevede la conservazione del posto di lavoro per 16 mesi o per 24 mesi se si è impiegati da più di tre anni (Art.38). Scaduti i termini, il CCNL delle farmacie private consente ulteriori 120 giorni di aspettativa non retribuita mentre il CCNL Assofarm prevede che l’azienda su richiesta del lavoratore ancora ammalato possa soprassedere al licenziamento per un ulteriore periodo di tempo, durante il quale nulla è dovuto al lavoratore, ma tale periodo in caso di rientro sarà considerato utile ai fini dell’anzianità di servizio. Anche da un punto di vista economico ci sono delle differenze visto che i collaboratori con contratto Assofarm percepiranno per i primi 8 mesi il 100% della retribuzione e per ulteriori 4 mesi il 50% a differenza dei colleghi delle farmacie private che percepiranno lo stipendio intero per soli sei mesi.
5E
Molti colleghi ormai passano più tempo in farmacia che a casa.
Sempre più spesso ai colleghi viene chiesto di partecipare a corsi di formazione o a corsi di aggiornamento. Sinasfa concorda ovviamente che questo arricchisce il bagaglio culturale del farmacista, ma nello stesso tempo, visto che tali acquisizioni portano comunque un vantaggio alla farmacia sia in termini di prestigio che di fatturato, noi non possiamo non sottolineare che nella quasi totalità dei casi nulla viene riconosciuto al farmacista collaboratore che spesso ne ricava solo un aggravio di lavoro e di responsabilità. La maggior parte di questi corsi i colleghi li seguono o dopo l'orario di lavoro o nei giorni liberi. I colleghi chiedono di seguire i corsi nell'orario di lavoro, e nel caso in cui, per motivi organizzativi da parte dell'ente o dell'azienda erogatrice del corso ciò non fosse possibile, di considerare l'orario complessivo impiegato per raggiungere la sede svolgere il corso e rientrare al proprio domicilio, come prestazione straordinaria con una maggiorazione oraria del 20% in busta paga.
6F
Il nostro CCNL prevede anche per noi un fondo di categoria. Aderire al fondo comporta una serie di vantaggi che potete leggere sul nostro sito, il nome dell'articolo è
"Sinasfa previdenza complementare"
Perché Sinasfa insiste per portare la quota del titolare al 2% ? Perché è il solo modo per recuperare almeno in parte quanto abbiamo perso sul montante contributivo a causa dei ritardi che si sono perpetrati negli anni per i vari rinnovi del nostro contratto.
Ricordiamo che l'iscritto a Fonte se versa nel fondo lo 0,5% obbliga il titolare a versare l'1,05%
Facciamo un esempio su uno stipendio ad esempio da 2000 euro.
Se il collega che guadagna 2000 euro al mese versa lo 0,5% ossia 10 euro al mese nel fondo, obbliga il titolare, da CCNL in vigore a versare extra stipendio 21 euro al fondo, che per 14 mensilità sono 294 euro che si rivaluteranno negli anni. Passare al 2% significa che noi continuiamo a versare 10 euro al mese, ma il titolare deve versarne 40 che per 14 mensilità sono 560 euro l'anno sempre extra stipendio.
7G
Molte farmacie, spesso per incapacità ad organizzarsi, comunicano i turni settimana per settimana o addirittura pochi giorni prima. Lo stesso vale per le ferie che a volte vengono comunicate con un minimo di anticipo. Questo comporta disagi enormi per i farmacisti collaboratori e per le loro famiglie. I colleghi, come tutti i lavoratori, hanno il diritto di poter programmare impegni personali anche a distanza di tempo, senza essere costretti a ricorrere a ferie e permessi che spesso o non vengono concessi o vengono concessi con notevole difficoltà.
8H
Capita spesso che quando un collega fa presente al titolare o a chi per esso di un "errore" in busta paga o di regole non rispettate di sovente ha risposte negative. A seconda della gravità dei casi, in teoria il collega potrebbe rivolgersi al proprio Ordine al sindacato o ad un avvocato.
In tutti i casi il collega ha comunque il timore di rischiare il posto di lavoro e questo fa si che purtroppo taluni titolari ne approfittano in tutti i modi possibile. Sinasfa ritiene che sia fondamentale, viste anche le distanze che Federfarma prende rispetto a comportamenti lesivi a qualsiasi livello che recano danno l'immagine della categoria, che venga costituito un Comitato paritetico con l'intento di prevenire e deliberare su qualsiasi comportamento lesivo delle norme del CCNL o riconducibile al fenomeno del mobbing attuato all'interno dei luoghi di lavoro.
Il Comitato dovrà essere formato da un componente designato da ciascuna organizzazione sindacale espressione dei lavoratori e da un numero pari di rappresentanti della parte datoriale, per ogni componente effettivo sarà previsto un componente supplente. La parte datoriale favorirà l'operatività del Comitato e garantirà tutti gli strumenti idonei al suo funzionamento compresa la partecipazione in stato di servizio dei suoi componenti.
Il Comitato rimarrà in carica per la durata di un quadriennio e, comunque, fino alla costituzione del nuovo.
Al Comitato paritetico saranno attribuiti i seguenti compiti:
vigilanza
prevenzione
arbitrato su misure disciplinari
delibera di provvedimenti e sanzioni per la risoluzione con componimento extragiudiziale di eventuali contenziosi.
Qualsiasi lavoratore o datore di lavoro potrà richiedere l'intervento del Comitato paritetico presentandone richiesta scritta.