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Filcams-Cgil, Fisascat- Cisl e Uiltucs, dallo scorso febbraio sono riprese le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei farmacisti impiegati nel settore privato, siglato nel 2009, scaduto da oltre cinque anni. Farmacia news ha intervistato gli attori coinvolti in questa negoziazione per capire aspettative e necessità
Giuseppe Palaggi, coordinatore della Commissione per il contratto di lavoro di Federfarma,
che sull’evoluzione delle trattative è ottimista, ma anche cauto nell’indicare una data sulla firma del documento che dovrà tener conto di molte variabili, dice, alcune delle quali del tutto nuove per la farmacia Dottor Palaggi, a che punto siamo con le trattative per il rinnovo del
contratto?
In queste ultime settimane abbiamo incontrato le Organizzazioni sindacali dei lavoratori (Filcams-Cgil, Fisascat- Cisl e Uiltucs): ci stiamo confrontando dal mese di settembre e dopo il primo periodo, dedicato a questioni più strettamente burocratiche ma comunque necessarie per la ripresa del confronto sindacale, abbiamo cominciato i primi incontri effettivi. L’ultimo di questi in ordine cronologico si è tenuto il 1° febbraio, in cui abbiamo trattato temi di carattere
generale su cui potevamo trovare delle convergenze. Perché non si tratta più di un semplice
rinnovo, ma nell’epoca che viviamo, di crisi economica, di ingresso del capitale, di liberalizzazione degli orari c’è bisogno di fare un contratto che abbia qualche cosa di innovativo rispetto alle semplici “contrattazioni del passato”: si tratta di scrivere un accordo nuovo. I primi incontri, fino al 1° febbraio si sono svolti sulle tematiche generali, così
abbiamo fatto una carrellata su produttività, mercato del lavoro, carico di lavoro, orario
multiperiodale, etc. Da adesso fisseremo nuovi incontri, cominceremo a scendere
nel dettaglio per cercare di concretizzare questi temi. Abbiamo già prospettato
che nel prossimo incontro, che si terrà il 5 marzo, partiremo da una “pulizia del
testo”, perché riprendere un contratto dopo tanto tempo richiede pazienza e tempo,
bisogna eliminare gli elementi obsoleti e se ne devono inserire di nuovi. In tutto
ciò avrà una funzione importante l’Ente bilaterale nazionale che avrà un ruolo di
verifica sull’andamento delle applicazioni contrattuali, oltre che quello istituzionale
di formazione che aveva già condotto in passato a iniziative di successo che si
volevano continuare a replicare e ampliare ma che si erano fermate a seguito della
sospensione delle trattative. C’è un punto su cui c’è convergenza di vedute?
Sì, il tema della produttività lo abbiamo accantonato quasi subito, perché in effetti
abbiamo visto che c’era convergenza di intenti. Ora si tratta solo di andare a
dettagliare e trovare i giusti momenti applicativi, attuare il ricorso alle opportunità
che dà il sistema sotto il profilo fiscale e contributivo. Perché un premio legato a un
incremento di produttività della farmacia gode di particolari agevolazioni fiscali
proficue, sia per il dipendente, sia per il titolare della farmacia. Si tratta, quindi, di
un’operazione intelligente e vantaggiosa per entrambe le parti.
Su cos’altro invece si dovrà lavorare per ridurre le distanze?
I punti che richiederanno un po’ più di discussione riguardano la flessibilità degli
orari: le farmacie vogliono poter usufruire con maggiori possibilità di oggi dell’orario
multiperiodale, che consiste nel poter lavorare fino a 48 ore settimanali in base
alle diverse esigenze, facendo recuperare il riposo al lavoratore in periodi successivi,
per fare in modo che alla fine dell’anno ci sia una media di lavoro di 40 ore
settimanali. Su questo tema si può trovare un po’ più di spigolosità sull’eventuale programmazione, si tratta di trovare il giusto compromesso fra la necessità delle farmacie e le esigenze del lavoratore. Un altro punto è anche quello del lavoro intermittente che
richiama il lavoratore solo quando ce n’è bisogno oppure in funzione della quantità del lavoro presente in farmacia. Entro la fine dell’anno si arriverà alla firma del nuovo contratto?
Sono abituato a non fare previsioni, ma sono fiducioso soprattutto se pensiamo che il contratto in questione, fermo da cinque anni, dovrà nascere da un confronto concreto delle parti.
Come è stato in passato e come è auspicabile che continui ad essere per diventare una soluzione che permetta alle farmacie di affrontare, con gli strumenti più idonei, la sfida con la crisi economica, il ddl concorrenza, l’allungamento degli orari di lavoro e molto altro ancora a vantaggio di tutti coloro che operano nelle farmacie, dipendenti e titolari.