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01/12/2020 di Sinasfa
Pandemia, quattro consigli per i Farmacisti Collaboratori.

Pandemia, quattro consigli per i Farmacisti Collaboratori. 

1-Sicurezza

2-Assicurazione

3-Contributo economico

4-Informazione certificata 

Ci sarebbe piaciuto incominciare questo articolo con "preoccupati dalla pandemia e a tutela della nostra salute ci invitano a sospendere tutti i servizi", purtroppo però le cose sembrano andare in direzione diametralmente  opposta.

Esattamente come è successo per la "prima ondata", quando i colleghi, e in  particolare quelli del nord Italia,  terrorizzati dall'incubo che stavano vivendo chiedevano a gran voce di poter lavorare a battenti chiusi per la mancanza di qualsiasi tipo di dispositivo di protezione individuale, ma tranne rare e pochissime eccezioni tutti gli appelli e tutte le richieste di aiuto rimasero inascoltate.

Queste cose è sempre bene tenerle a mente perché devono servirci da insegnamento.

Oggi ci troviamo nella stessa situazione e questa volta l'incubo lo stiamo vivendo tutti  in tutte le regioni d'Italia, ci sono numeri spaventosi di contagiati e di decessi che collocano l'Italia ai primi posti al mondo, eppure parte della categoria non fa altro che cercare di convincere politici nazionali e regionali affinché in farmacia si facciano test tamponi o addirittura vaccini.

Possibile che non ci si renda conto che non è questo il momento di cercare di assegnare ai farmacisti mansioni che non sono le sue e per le quali non sono formati?

Eppure il modello della "Farmacia dei Servizi" è stato introdotto in Italia dalla legge numero 69 del 18/6/2009, parliamo di più di undici anni fa',  e in questo lasso di tempo non ci sembra che siano stati fatti passi avanti per consentire al farmacista di ampliare le sue "potenzialità"  per poter sfruttare nel modo migliore possibile questo nuovo modello di farmacia. Il percorso di formazione universitario è rimasto pressoché lo stesso così come sono rimaste le stesse le norme che regolano i "confini professionali" del farmacista. Non è stato portato nemmeno il contratto del farmacista collaboratore dal comparto del commercio a quello della Sanità, cosa fondamentale per poter creare un nuovo e più integrato percorso di collaborazione con il SSN. 

Portare potenziali contagiati in farmacia per fare test tamponi o addirittura vaccini significherebbe  sì aumentare il fatturato  ma anche  aumentare il rischio di contagio per il personale. Teniamo tutti presente che i dati  l'INAIL per il  mese di ottobre indicano 66.000 contagiati sul posto di lavoro.

Stabilito che possiamo contare principalmente su noi stessi per salvaguardare la nostra sicurezza,  e che questa nuova ondata colpisce duramente chiunque indipendentemente dall'età, Sinasfa intende dare dei consigli ai farmacisti collaboratori ovunque essi  lavorino, poi ognuno è libero di fare quello che vuole purché abbia la consapevolezza che in caso di contagio o peggio, suo o di un suo famigliare, non potrà prendersela con nessuno se non con se stesso se non ha contribuito a garantire la sua sicurezza e quella degli altri nel pieno rispetto delle norme di legge in vigore.

 

Primo Consiglio: Sicurezza sul luogo di lavoro.

[Chiedete copia del documento e il nome del RLS] 

Ci sono norme che garantiscono la tua sicurezza sul luogo di lavoro che servono per impedirti di contagiarti. 

Cercheremo di spiegare la cosa nel modo più elementare possibile, perchè da tempo cerchiamo di farvi capire che esistono regole e leggi che vanno rispettate, ma pochissimi di voi ne hanno capito l'importanza.

In ogni farmacia si deve stilare per legge un DVR ossia un documento di valutazione dei rischi. Questo documento serve a garantire la tua sicurezza sul luogo di lavoro ed è diverso da farmacia a farmacia come da fabbrica a fabbrica e da negozio a negozio.

Visto che siamo in piena pandemia, c'è l'obbligo di garantire la nostra sicurezza anche per il rischio biologico, norme che se applicate dovrebbero impedirti di contagiarti dal Covid-19. Se ti dicono di fare un test o di misurare la pressione o di fare qualsiasi altra cosa, il documento deve descrivere come deve essere svolta quella mansione affinché se ti spetta, tu la possa fare eliminando il più possibile il rischio che ti possa contagiare.

È tuo diritto conoscere il contenuto del documento in quanto è stato stilato per la tua sicurezza come è tuo diritto chiedere di valutare delle modifiche nel caso in cui ritenessi qualche procedura insufficiente.

Ti ricordiamo soltanto, per farti capire l'importanza di questo documento, che in caso di omessa valutazione dei rischi o omessa predisposizione del DVR le sanzioni per il titolare sono l'arresto da tre a sei mesi o l'ammenda da 3071,27 a 7862,37 €.

Oltre a questo documento che deve essere portato a conoscenza di tutto il personale, in farmacia  ci deve essere un RLS ossia un “rappresentante dei lavoratori per la sicurezza” che di solito è uno di voi, un membro del personale (più raramente è un esterno) che ha il compito di fornire i DPI, d’informare i lavoratori sui rischi connessi all’attività lavorativa e di rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro”.

È di fondamentale importanza conoscere il nome di questo responsabile al quale vi dovete rivolgere per chiedere qualsiasi  cosa voi riteniate utile per la vostra sicurezza.

 

Secondo Consiglio: Richiesta dati polizza assicurativa per danni alle persone.

[La polizza è prevista dal CCNL per cui il tuo titolare ti deve dare gli estremi]

Tutti voi avete una copertura assicurativa nel caso in cui subiate una rapina o una aggressione che copre i danni subiti, questo è previsto dall'articolo 51 del nostro contratto e vi deve essere dati per iscritto gli estremi della polizza. 

CCNL F.P.  Art. 51 Ai lavoratori operanti in farmacia sarà fornita una copertura assicurativa per danni alle persone in caso di rapine o di altri eventi dolosi, di cui verranno comunicati per iscritto ai lavoratori medesimi i relativi estremi.

In questo periodo, gli animi sono molto tesi, e purtroppo può succedere che se un cliente particolarmente esagitato non riesca a trovare un prodotto per lui in quel momento indispensabile, possa reagire anche in maniera violenta procurandovi dei danni, così come non è difficile prevedere che le farmacie e i relativi dipendenti così come succede da anni,  diventeranno ancor di più il "bancomat" dei delinquenti.

Per questi motivi è indispensabile che voi abbiate gli estremi della vostra polizza assicurativa.

Anche in questo caso invitiamo i colleghi che ancora non li avessero, a mettere da parte "timori o pregiudizi", a prendere coscienza della situazione e a chiedere al titolare di  rispettare le norme contrattuali.

 

Terzo Consiglio: In caso di contagio rivolgiti subito ad ENPAF 

[Al contributo possono accedere tutti i colleghi iscritti al'Ordine, anche chi paga la quota di solidarietà o la disoccupazione, purchè in regola con i pagamenti.]

Se le norme di sicurezza a tutele della tua salute verranno meno, c'è la possibilità che tu ti possa contagiare. In questo caso ti consigliamo di rivolgerti subito ad Enpaf, il nostro ente di previdenza e di assistenza che ti supporterà economicamente sia nel caso in cui tu resti a casa in isolamento, sia se vieni ospedalizzata e supporterà i tuoi famigliari in caso di decesso. Sono previsti contributi anche per i titolari di parafarmacia e farmacia in caso di chiusura per contagio.

La delibera a cui facciamo riferimento  è la n° 41/2020 e nei casi sotto riportati è consentito il cumulo di più di un contributo.
1) Quarantena per contagio accertato, contributo di  100 euro al giorno.

Se ti contagi ed è disposto per te un provvedimento dall'Autorità sanitaria competente d’isolamento obbligatorio domiciliare o presso struttura dedicata, il contributo è pari a 100,00 € per ogni giornata d’isolamento. Potrai richiedere il contributo scaricando il modulo di domanda e l'informativa sulla privacy dal sito dell'Enpaf, inviandolo insieme alla documentazione amministrativa/sanitaria da cui emerge il periodo di isolamento obbligatorio tramite posta certificata  all'indirizzo posta@pec.enpaf.it

2) Ricovero a seguito di positività al Covid-19, contributo di 200 euro al giorno.

Se malauguratamente ti ricoveri presso una struttura ospedaliera a seguito di positività al Covid-19 potrai accedere a un contributo di 200 € per ogni giornata di ricovero. Potrai richiedere il contributo scaricando il modulo di domanda e l'informativa sulla privacy dal sito dell'Enpaf, inviandolo insieme alla documentazione sanitaria da cui emerga il ricovero a causa di positività al Covid-19 e la durata del ricovero stesso. La documentazione dovrà essere inviata tramite posta certificata  all'indirizzo posta@pec.enpaf.it

3) Decesso a seguito di contagio, il contributo previsto è di 11.000,00 €

Tutti noi siamo a conoscenza di giovani senza patologie pregresse che non ce l'hanno fatta per cui dobbiamo mettere in preventivo, in maniera molto razionale anche questa possibilità e avvertire i nostri famigliari, nel caso in cui ci ammalassimo, che in caso di decesso  gli eredi potranno ricevere un contributo di 11.000,00 €. Purtroppo a oggi non ci risulta che l'INPS, che è il nostro ente previdenziale di primo pilastro al quale versiamo il 33% della retribuzione lorda, (12.500,00 € per uno stipendio netto di circa 1.800,00 €), abbia preso un provvedimento del genere. Per accedere al contributo gli eredi dovranno inviare sempre alla pec Enpaf una dichiarazione sostitutiva di certificazione (modello DE).

4) Chiusura temporanea della parafarmacia o della farmacia, il contributo previsto è di 400€ al giorno.

Per la chiusura temporanea della parafarmacia o della farmacia, in conseguenza del contagio da Covid-19 il contributo sarà di 400€ al giorno per ogni giornata di chiusura. Alla domanda, sempre da inviare via pec, dovrà essere allegata la documentazione amministrativa da cui emerge il periodo di chiusura dell'esercizio.

 

Quarto Consiglio: Se hai dei dubbi scrivi al presidente del tuo ordine professionale.

Nella nostra attività lavorativa, considerando la giungla di norme che c'è, e l'interpretazione a volte errata contrastante o addirittura opposta di comunicati, circolari, DPCM, norme di legge, ccnl, e quant'altro, è bene che stabiliamo un punto di riferimento al quale rivolgerci per avere una risposta certificata. Sinasfa ritiene che il punto di riferimento debba essere il tuo  Ordine dei farmacisti.

Tra i compiti dell'Ordine...

L’Ordine dei Farmacisti è un Ente pubblico non economico ausiliario dello Stato, sul quale vigilano alcuni Ministeri. L’Ordine rappresenta tutti i farmacisti iscritti all’Albo che esercitano la loro attività in diversi campi o settori produttivi, alcuni dei quali richiedono l’iscrizione obbligatoria all’Albo. Sorveglia la correttezza dell’attività professionale degli iscritti e adotta, se necessario, provvedimenti disciplinari per l’inosservanza del Codice Deontologico.

Capita che nel quotidiano ci possa essere una difformità tra la richiesta che ti fa il tuo titolare e quello che invece tu pensi sia giusto fare. In questi casi riteniamo giusto inviare tramite posta certificata una richiesta al  Presidente dell'Ordine per chiedere quale è la cosa giusta da fare o il modo giusto di comportarsi.

Se poi queste richieste, solo per i contenuti, (es. le norme in vigore consentono di fare..., oppure in determinati casi è possibile cedere...se a un collega venisse chiesto di...come si deve comportare...eccetera)  le condividete in rete, sui social citando la risposta dell''Ordine nel totale rispetto delle leggi sulla privacy, sarebbe un utilissimo servizio d’informazione per tutti altri colleghi che hanno gli stessi dubbi.

Sinasfa per tutti questi punti è a disposizione dei propri iscritti.