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07/03/2020 di Francesco Imperadrice
Coronavirus, richiesta di garanzie di sicurezza dei colleghi sui luoghi di lavoro

La nostra proposta è quella di far lavorare a battenti chiusi tutte le farmacie che non offrono adeguate e totali  misure di sicurezza ai dipendenti e ai clienti.

Il personale della farmacia e della parafarmacia non deve venire in contatto in nessun modo con il cliente e  questo è a garanzia della salute di tutti in primis e della continuità del servizio.

Sinasfa già il 23 febbraio chiedeva attraverso la stampa di categoria di adottare misure di protezione a garanzia della salute dei colleghi farmacisti non titolari, fino ad arrivare a lavorare a battenti chiusi nel caso in cui non fosse stato possibile lavorare in sicurezza sia per noi che per i clienti. Dispiace dire che siamo rimasti inascoltati e che alcuni si sono quasi indignati a questa proposta.

Oggi a distanza di 16 giorni, purtroppo con  la situazione enormemente peggiorata e con l'Italia intera messa in "zona rossa" sembra che si stia prendondo consapevolezza che le nostre richieste non erano poi così esagerate e fuori luogo

23/02/2020

Comunicato Stampa

Oggetto: Coronavirus, richiesta di garanzie di sicurezza dei colleghi sui luoghi di lavoro.

 

In merito agli ultimi dati sulla diffusione del coronavirus in Italia Sinasfa ritiene doveroso che per i farmacisti collaboratori e il personale tutto delle farmacie debbano essere prese  adeguate misure di sicurezza.

Le farmacie, per le loro caratteristiche di capillarità e di primo presidio sanitario, sono tra le strutture sanitarie più esposte al rischio di avere contatti con persone positive ma ignare al coronavirus.

Pur dando la massima disponibilità alla collaborazione, si ritiene che i colleghi non debbano esporsi a rischi di contagio e debbano lavorare con le massime misure di sicurezza.

Evidenziamo che, basterebbe un solo caso positivo tra il personale di una farmacia, per far si da mettere tutto il personale  in quarantena con la probabile logica conseguenza della chiusura della farmacia, cosa che  priverebbe i cittadini di quel territorio di un fondamentale punto di riferimento sanitario in un momento estremamente delicato.

Il farmacista è il punto di accesso più comodo per il cittadino, prima del medico di base e del pronto soccorso, chiediamo che vengano garantite le stesse tutele e le medesime misure di sicurezza dei medici.

Un plauso va alla Federazione Nazionale dei medici di famiglia e agli Ordini dei medici della Regione Lombardia, per la scelta del triage telefonico e per la richiesta di mascherine e di tute di protezione con l'obiettivo di evitare contatti a rischio.

 Un professionista della salute, un medico o un farmacista, hanno la necessità di evitare che per le funzioni da loro svolte possano diventare  a loro volta dei "soggetti contaminanti" per la sicurezza di tutti ed in particolare dei cittadini che si rivolgono a loro per chiedere informazioni.

Le farmacie possono svolgere la loro funzione anche a battenti chiusi, se non si ha la possibilità di adottare misure di sicurezza specifiche come tute e mascherine, Sinasfa chiede di fare la massima attenzione a tutto il personale, ed in particolare a tutti i componenti  in stato di  gravidanza o  con patologie a rischio.

Chiediamo che le farmacie situate nei comuni individuati come focolai  e posti in isolamento per decreto legge, siano obbligate a lavorare a battenti chiusi, sarebbe gravissimo se per mancanza di obblighi di sicurezza che devono necessariamente coinvolgere anche i farmacisti si incominciassero ad avere casi di contagio anche nelle farmacie, ciò potrebbe vanificare parzialmente  l'eccellente lavoro svolto fino a questo momento dal Governo e dal Ministro della Salute.

Sinasfa resta a disposizione dei colleghi per scambi di opinione in merito agli argomenti esposti e    ricorda loro che in veste di professionisti della salute devono fare le loro valutazioni su qualsiasi direttiva venga loro data che non si ritenga  vada nella direzione di garantire  il massimo della sicurezza sui luoghi di lavoro e di conseguenza  alla cittadinanza, e li invita ad inviare  segnalazione mediante PEC  alla ASL di competenza ed in copia al Ministero della Salute.

 

Il Presidente

Dott. Francesco Imperadrice