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04/05/2018
RIFORMA PREVIDENZA: NO AI PERSONALISMI Il tavolo Enpaf è l'unico crocevia

La Federazione Nazionale delle Associazioni dei Farmacisti Non Titolari Conasfa e il Sindacato Nazionale dei Farmacisti Non Titolari Sinasfa esprimono stupore e disappunto in relazione all'incontro avvenuto tra Fofi, Federfarma e Fenagifar avente per oggetto la Riforma Previdenziale della nostra categoria. Istituire un tavolo "ufficioso" e non rappresentativo della categoria, al di fuori della sede naturale ed istituzionale dell'ENPAF delegittima il ruolo di super partes della Federazione degli Ordini, crea tensioni e divisioni all'interno della categoria e avalla i dubbi di quella parte dei colleghi che non si sono mai sentiti rappresentati dalla Fofi considerandola solo un'espressione dei titolari. La presenza della Fofi a questo "mini tavolo" è stata nella circostanza incomprensibile e marcatamente discriminatoria essendosi confrontata solo con la rappresentanza dei titolari, ed in particolare con Fenagifar la sola tra tutte le componenti della categoria a non essersi mai presentata nemmeno alle singole audizioni dell'Enpaf sottraendosi all'incontro e al confronto con l'Ente che dice di voler riformare. Ci sembra inutile sottolineare che le proposte scaturite da questo incontro, riportate sull'organo di informazione della Fofi non rispecchiano le richieste dei farmacisti non titolari i quali si riservano di discuterle solo ed esclusivamente ad un tavolo organizzato nell'unica sede istituzionale competente che è quella dell'Enpaf. Ci meraviglia inoltre lo zelo con cui nei vari articoli vengono citati i farmacisti collaboratori e la preoccupazione espresse per il loro futuro occupazionale e previdenziale, ebbene, se realmente Fofi, Federfarma e Fenagifar hanno a cuore questi problemi, possono operare visto che ne hanno autorevolezza, affinchè si firmi a breve un buon rinnovo del contratto con un equo e giusto aumento di stipendio e l'innalzamento al 2% della quota dovuta al titolare per la previdenza integrativa, che si chieda con fermezza ai titolari di non assumere stagisti in quelle regioni dove è ancora consentito e che si operi affinchè sia vietato per sempre, e sopratutto che si facciano controlli per eliminare la piaga del lavoro nero e dell'abusivismo professionale che sono non solo causa di disoccupazione ma anche di problemi previdenziali.