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La concorrenza tra due sistemi deve basarsi necessariamente sulla qualità sia dei servizi offerti al cittadino che dei rapporti umani e professionali tra il personale e la dirigenza di ogni singola farmacia. Per questo secondo aspetto, riteniamo che la media dei rapporti odierni sia molto deficitaria e che moltissimi colleghi vengono trattati più da "dipendenti" che devono obbedire e sottostare a tutte le richieste anziché da colleghi farmacisti con pari dignità professionale.
Sinasfa ritiene che questo aspetto, unito alle scelte fatte nel corso degli anni da Federfarma Nazionale sulle politiche contrattuali, abbia determinato una profonda spaccatura all'interno della categoria. Anche per questi motivi, ma non solo, Sinasfa auspica che tra i due sistemi avvenga una leale concorrenza e siamo fiduciosi che molte cose per i farmacisti non titolari potrebbero cambiare in modo molto positivo.
Sinasfa segue con particolare interesse il gruppo Walgreens Boots Alliance ai cui vertici ci sono la dott.ssa Ornella Barra ( Farmacista ) e l'ing. dott. Stefano Pessina in quanto ritiene che il loro ingresso possa portare un radicale miglioramento sia da un punto di vista occupazionale che della qualità del lavoro svolto in farmacia.
Il modello WBA, secondo noi potrebbe portare al sistema farmaceutico italiano uno standard in qualità e assistenza al cittadino nettamente superiore al modello attuale con conseguente valorizzazione della figura del farmacista, in particolare se, in un prossimo futuro dopo essersi consolidate sul territorio, normative di Stato e Regioni consentissero loro di esportare anche in Italia quei modelli di assistenza al cittadino ormai da anni consolidati in altre Nazioni.
Il sistema attuale è un sistema in crisi, nel quotidiano leggiamo di farmacie che falliscono e di almeno un terzo delle farmacie sull'orlo del fallimento, crisi che per quanto ci riguarda non solo sta creando un enorme disoccupazione, ma impedisce anche a Federfarma di rinnovare un contratto siglato l'ultima volta nel 2011 e scaduto a gennaio del 2013 cosa che crea enormi problemi a migliaia di farmacisti collaboratori..
Sinasfa vi invita a ragionare con la vostra testa e a non farvi condizionare da interessi di parte, la cosa che a noi interessa è innanzitutto un sistema farmaceutico che offra un adeguato standard professionale alla popolazione e che sia un sistema economicamente solido tale da poter garantire in tutte le farmacie, in tutte le regioni e in tutte le province, lo stesso standard elevato di qualità.
Sinasfa come sindacato dei farmacisti non titolari, per i motivi descritti in questo articolo, ritiene che a fronte della previsione nei prossimi venti anni di 63 mila farmacisti disoccupati con il sistema attuale, una delle possibilità di sbloccare il sistema occupazionale sia quello di avere sul territorio un numero importante di farmacie di catena, farmacie che ci auguriamo, non solo potranno garantire un turnover occupazionale e diritti ai dipendenti, ma anche rispetto tra le parti e perché no un preciso rinnovo del contratto che personalmente mi auguro non sia quello anacronistico datato ed obsoleto delle farmacie private attualmente in uso.
Perché secondo Sinasfa con WBA ci sarebbe un netto miglioramento occupazionale?
Secondo Sinasfa ci sono almeno cinque criticità che hanno contribuito a saturare il sistema occupazionale in farmacia privata.
1) Chi va in pensione continua a lavorare…
Nelle farmacie private c'è un titolare spesso in società con figli o parenti che non va mai in pensione, nel senso che pur andando in pensione resta a lavorare nella sua farmacia occupando di fatto un posto di lavoro a vita.
Se consideriamo che in Italia ci sono circa 19mila farmacie, e che ci risulti quasi trentamila tra titolari e soci, possiamo facilmente comprendere come venga limitato il turnover occupazionale.
Nelle farmacie WBA non essendoci titolari che occupano un posto di lavoro a vita il turnover occupazionale è assicurato!
2) Quando si laureano figli o parenti di titolari..
Come è normale che sia in questo contesto, man mano che si laureano figli o parenti dei titolari spesso si creano nuovi disoccupati. Difficile fare delle stime di quanti posti di lavoro si perderanno in futuro man mano che si laureeranno familiari di titolari.
Nelle farmacie WBA anche questo problema è inesistente
3) Eliminazione della norma Balduzzi sul direttore
Nel 2012 il Ministro della salute Balduzzi emanò, su richiesta dei non titolari, una legge che prevedeva che il titolare di farmacia arrivato all'età della pensione Enpaf, all'epoca 65 anni, avrebbe dovuto nominare un direttore per la sua farmacia, e se non aveva collaboratori doveva effettuare un assunzione. Inutile dire che questo avrebbe creato occupazione e rese più dinamiche e al passo con i tempi le farmacie gestite da titolari molto anziani, purtroppo nel giro di pochi mesi prima l'età pensionabile fu portata a 68 anni e poi nel 2014 la norma è stata abrogata senza che nessuno si preoccupasse che la cancellazione di questa norma avrebbe influito pesantemente sull'occupazione. Da qui una classe di titolari spesso anziana, poco propensa ai cambiamenti e alle innovazioni con conseguenze sull'occupazione.
La cancellazione di questa norma, avvenuta con poca lungimiranza, ha impedito di fatto di creare uno spazio occupazionale importante che avrebbe potuto limitare l'attuale crisi occupazionale.
4)Esercizio abusivo della professione….
Una delle "piaghe" storiche che crea problemi occupazionali e abbassa lo standard qualitativo delle farmacie in cui si verifica, è l'esercizio abusivo della professione. Ogni tanto anche all'interno della categoria si mette in evidenza questo problema, si propongono nuove norme, ma concretamente non si fa nulla perché i controlli sono quasi del tutto inesistenti, almeno in molte regioni italiane. Anche questo come ben sappiamo crea disoccupazione.
Che ci risulti, nelle farmacie WBA non esiste questo problema.
5) Ereditarietà..
La legge consente l'ereditarietà della farmacia. La farmacia passa di padre in figlio indipendentemente se il figlio ha o meno le competenze professionali per gestire una farmacia, basta che sia laureato in farmacia. Non meritocrazia o concorso come avviene praticamente in tutti gli altri contesti.
Anche questa norma limita il turnover occupazionale.
Perchè secondo Sinasfa essere occupati nelle farmacie WBA migliorerebbe la qualità della vita professionale?
In molte farmacie esiste un rapporto di sudditanza tra il titolare e il collaboratore, che si trasforma spesso nella negazione dei diritti più elementari. Vostre sono le "denunce" di straordinari non pagati, ferie non concesse, permessi da elemosinare e spesso rifiutati, maternità che mettono in pericolo il posto di lavoro, orari di lavoro allungati e pretesi pur senza concedere straordinari, ferie non concesse, perdita degli scatti di anzianità cambiando farmacia, contratti atipici a volte assurdi, lavoro in nero, stipendi non adeguati da rinnovi precisi del contratto, proposte di lavoro con partita IVA, licenziamento dopo sei mesi in caso di malattia prolungata, assenza di incentivi, assenza di prospettive di carriera, ebbene questi sono solo alcuni dei problemi che abbiamo con l’attuale sistema.
Anche per quanto riguarda questi problemi, riteniamo che potrebbero essere superati con le farmacie WBA dove riteniamo che alla base del rapporto di lavoro ci sia rispetto e reciproco riconoscimento dei diritti e dei doveri.
Ci sarebbero dei vantaggi anche dal punto di vista sindacale?
Avere a che fare con un vertice nazionale semplificherebbe le trattative sindacali e aumenterebbe la sindacalizzazione dei farmacisti.
Dal punto di vista sindacale le cose cambierebbero radicalmente: un conto è avere a che fare con un vertice che controlla più sedi farmaceutiche a livello nazionale, un altro è garantire i diritti a colleghi sparsi in diciannovemila farmacie con diciannovemila proprietà diverse. Inoltre, a differenza di oggi i collaboratori non avrebbero paura a sindacalizzarsi, un po’ come avviene nelle farmacie comunali dove la percentuale di sindacalizzazione è maggiore rispetto alle farmacie private.
Non ritiene che ci potrebbero essere degli svantaggi dal punto di vista del welfare, come licenziamenti più facili o possibilità di essere trasferiti a grande distanza senza preavviso?
Meno diritti di oggi è praticamente impossibile. Per quanto riguarda i licenziamenti, questi sono regolati da norme nazionali, con il Jobs Act come riferimento. Per quanto riguarda gli spostamenti, bisogna cercare di andare incontro anche alle esigenze delle aziende, purchè ciò venga fatto con la massima trasparenza e soprattutto senza che ciò si traduca in una forma di mobbing. E ricordiamo che, per trovare lavoro, oggi molti colleghi sono costretti a trasferirsi all’estero.